Sapi, un esempio virtuoso di economia circolare

Conosciamo l’impatto ambientale legato allo smaltimento delle cartucce toner e inkjet per la stampa?

Sappiamo che le dimensioni del mercato sono gigantesche: è stimato che solo in Italia il consumo annuale di cartucce si aggiri intorno ai 7/8 mln di pezzi (laser) e 28 mln (inkjet). Una volta esaurita la cartuccia o il toner, la procedura “standard” per rendere nuovamente operativa la stampante è quella di acquistare una cartuccia o un toner del tutto nuovi. 
Questa operazione perseguita, purtroppo, da quasi il 95% dei consumatori, ha un impatto ambientale imponente. Ed è per questo che sono state sviluppate diverse soluzioni per consentire a cartucce e toner esausti di continuare il loro ciclo di vita, attraverso la rigenerazione, che comprende operazioni di pulizia, smontaggio, riparazione e ricondizionamento dell’usato, impendendo che lo stesso sia smaltito.

Fondamentale è la tracciabilità, per evitare che rientrino nel titolo di green prodotti dei quali non si conoscono provenienza, tipologia e caratteristiche di non nocività dei materiali.

SAPI è la prima Azienda italiana produttrice di toner rigenerati ad aver ottenuto la certificazione ReMade in Italy. L’Azienda, leader sul mercato, da sempre punta verso l’innovazione e la tutela dell’ambiente. Solamente nel 2019, le cartucce laser prodotte da Sapi hanno contribuito ad evitare che 675 autotreni carichi di cartucce esauste riempissero le discariche.

 

Scopri i prodotti dell’Azienda Sapi, certificati ReMade in Italy:

I prodotti certificati ReMade in Italy sono garanzia di tracciabilità, controllo delle forniture, massima trasparenza sui materiali impiegati, traccimento del processo e comunicazione attendibile.

Per questi motivi la certificazione è presa come modello per gli acquisti della Pubblica amministrazione, obbligata ai sensi del Codice Appalti ad acquistare prodotti green (cd. Green Public Procurement, GPP). Le Pubbliche amministrazioni in Italia acquistano una fetta di consumabili per la stampa pari a quasi il 40 % del totale: una inversione di rottanelle procedure di approvvigionamento da parte della PA può davvero produrre impatti significativi sull’ambiente.

Allo stesso tempo la certificazione evidenza l'”Italianità” del prodotto, permettendo di mantenere l’intera filiera produttiva sul territorio italiano, contribuisce allo sviluppo economico del territorio attraverso la valorizzazione delle professionalità locali.

Ridare vita ai prodotti esausti e garantire qualità in linea con il prodotto originale a prezzi contenuti e con il minimo impatto ambientale: un esempio virtuoso di Economia circolare!